TUTTE LE STRATEGIE CONTRO IL MAL DI SCHIENA
Se dalla visita medica e dalle eventuali indagini successive (esami di laboratorio e strumentali) emergono malattie specifiche, per eliminare il mal di schiena si dovranno innanzitutto intraprendere terapie finalizzate a risolvere il disturbo di base che l’ha causato, eventualmente abbinate a trattamenti sintomatici in grado di alleviare il dolore che le accompagna. È il caso, per esempio, della calcolosi renale, delle infezioni urinarie, delle infiammazioni della prostata, delle pancreatiti, dell’esofagite o dell’ulcera.
In caso contrario, quando il mal di schiena è legato a problematiche proprie della colonna vertebrale, dei nervi spinali o dei muscoli di sostegno a livello lombare, dorsale o cervicale, si dovrà differenziare tra forme acute e croniche e stabilire se il problema può essere affrontato in modo conservativo (ossia, con cambiamenti dello stile di vita, farmaci, riabilitazione fisica e altre tecniche antalgiche o di rilassamento) oppure se sono necessari interventi di correzione più invasivi, generalmente di tipo chirurgico.
L’opzione chirurgica viene, in genere, proposta dallo specialista (ortopedico o neurochirurgo) soltanto in casi estremi, quando la terapia farmacologica e fisica non riescono più a tenere sotto controllo i sintomi e/o quando esiste un concreto rischio che l’alterazione vertebrale di base (artrosi severa, restringimento del canale spinale, presenza di protuberanze ossee anomale del corpo vertebrale, presenza di ernia del disco ecc.) possano causare una sofferenza significativa dei nervi spinali o danneggiare il midollo spinale in modo irreversibile.
TERAPIA DELLA FASE ACUTA
Nella maggioranza dei casi il mal di schiena comune a livello lombare, dorsale o cervicale è legato a infiammazioni e/o contratture acute estemporanee favorite dal mantenimento di posture scorrette, presenza di artrosi vertebrale più o meno importante, sovraccarico muscoloscheletrico o esecuzione di movimenti bruschi (come nel caso del “colpo della strega”).
In tutte queste situazioni il trattamento dell’episodio acuto si basa essenzialmente su due strategie: una farmacologica, che prevede l’impiego in prima battuta di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), oppure sull’assunzione di comuni analgesici (che però non agiscono sull’infiammazione, che può essere presente e quindi possono risultare meno adatti); l’altra termica, che sfrutta il potere antalgico del calore (in un secondo tempo, quando la componente infiammatoria del mal di schiena è stata sostanzialmente spenta, ma il dolore è ancora significativo, spesso causato da una contrattura muscolare).
I FANS, assunti per bocca o applicati sull’area dolente, sono molto utili soprattutto nei primi giorni dall’esordio dell’episodio acuto perché permettono di attenuare, oltre al dolore, anche l’infiammazione di base che lo sostiene, offrendo un sollievo rapido e aiutando a ritornare a muoversi in modo naturale e a svolgere le attività abituali.
La ripresa precoce del movimento è fondamentale poiché contribuisce a facilitare la remissione dal mal di schiena o dal dolore cervicale, laddove il riposo a letto/in poltrona o l’uso di collari rigidi per periodi troppo protratti sono deleteri. Idealmente, anche in caso di lombalgia o cervicalgia molto intense, l’immobilità assoluta della zona interessata deve essere limitata a non più di 24-48 ore.
I FANS assunti per bocca o applicati localmente in forma di gel, ai dosaggi di norma raccomandati, sono ugualmente attivi nel ridurre infiammazione e dolore muscoloscheletrico. La scelta di quale formulazione usare, quindi, deve basarsi soprattutto sulle preferenze individuali, sull’esperienza maturata in precedenza, sulla presenza di copatologie o controindicazioni specifiche e sulla praticità d’impiego.
Per esempio, quindi, per trattare zone piccole e facilmente raggiungibili, come il collo, è indicato un FANS in gel, mentre se a fare male è un’area lombare o dorsale estesa è più comodo un FANS per bocca.
ANCHE IL CALORE AIUTA
Dopo i primi giorni, per contrastare il mal di schiena (soprattutto, se associato a una contrattura muscolare significativa) diventa molto utile la terapia termica con fasce autoriscaldanti, da applicare direttamente sull’area interessata dal dolore.
Il calore moderato mantenuto in sede per alcune ore al giorno è in grado di alleviare il malessere, inibendo la trasmissione degli stimoli dolorosi al midollo spinale e, quindi, al cervello, e di allentare l’eventuale contrattura associata, a sua volta fonte di dolore secondario a causa delle posture forzate, non fisiologiche, che costringe ad assumere.
In aggiunta, l’aumento di pochi gradi della temperatura locale (3-4°C) promuove la circolazione sanguigna nei tessuti interessati dal dolore, aumentandone il metabolismo e gli scambi gassosi con il sangue e favorendo l’eliminazione delle molecole che sostengono il dolore e i prodotti tossici di scarto del metabolismo muscolare (in particolare, l’acido lattico). Tutti questi fenomeni, predispongono i muscoli di sostegno della schiena a una più rapida remissione dalla contrattura e a un più efficiente recupero di una piena funzionalità.
Il beneficio antalgico e miorilassante è apprezzabile già dopo pochi minuti dall’applicazione del calore e dopo circa 40 minuti dall’applicazione della fascia autoriscaldante adesiva, che inizia a liberare il calore previsto dopo circa mezz’ora dalla rimozione della pellicola protettiva e il corretto posizionamento sulla cute, seguito da una leggera pressione.
La fascia autoriscaldante, sottile, conformata in modo anatomico e quasi invisibile sotto i vestiti, va lasciata in sede fino a 8 ore, quindi, rimossa e applicata nuovamente il giorno successivo finché dolore e contrattura non sono migliorati.
Gli effetti favorevoli della terapia termica sono evidenti a prescindere dall’età, dal sesso e dall’intensità del dolore muscoloscheletrico.
FISIOTERAPIA SÌ O NO?
Un intervento aggiuntivo per favorire la remissione del mal di schiena acuto e prevenire episodi analoghi successivi è la fisioterapia, utile sia per riabilitare le strutture muscolari e articolari compromesse sia per imparare movimenti e posture corretti ed esercizi da eseguire a casa ogni giorno per mantenere allenata la schiena e scaricare le tensioni muscolari.
Non esistono chiare indicazioni su quali programmi fisioterapici siano da preferire. In generale, tutte le combinazioni di esercizi focalizzate sui muscoli dorsali e addominali testate negli studi clinici, utilizzate da sole o in combinazione con altri interventi (yoga, agopuntura, terapia cognitivo-comportamentale, tecniche di rilassamento ecc.), sono risultate caratterizzate da un’analoga efficacia. Ciò che più conta, è affidarsi a fisioterapisti esperti, operanti in centri accreditati.
Riguardo all’intensità e alla durata della riabilitazione, le linee guida ritengono adeguate due sessioni di allenamento individuale alla settimana, della durata di almeno 30 minuti, per un periodo massimo di 12 settimane. Terminata questa fase “assistita”, va però ricordato di effettuare a casa, ogni giorno o a giorni alterni, almeno una parte degli esercizi appresi per mantenere la schiena allenata e in forma nei mesi successivi.
Altre strategie potenzialmente utili contro lombalgia e cervicalgia, sfruttabili in fase post-acuta soprattutto in caso di contratture e strappi muscolari, sono le manipolazioni spinali e i massaggi. Queste metodiche possono accelerare la risoluzione del problema, ma non ci si deve aspettare miracoli, anche perché i loro effetti variano da persona a persona. Anche in questo caso, è tassativo rivolgersi a professionisti (fisioterapisti, osteopati, chiropratici ecc.) dotati di una solida e comprovata preparazione in materia e affidabili.
Ai rimedi naturali spesso propagandati come “risolutivi” del mal di schiena, invece, bisogna guardare con una certa diffidenza, poiché in genere non offrono il beneficio promesso.
LA POSTURA E L'ATTIVITÀ FISICA
Mantenere il più possibile la schiena in posizioni fisiologiche ed evitare stress muscoloscheletrici intensi e/o ripetuti sono due principi fondamentali della prevenzione della lombalgia. Di seguito, un elenco di suggerimenti da ricordare a riguardo.Da seduti
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Mantenere la schiena, le spalle e il collo diritti, perpendicolari al terreno.
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Utilizzare sedute rigide, con conformazione anatomica/ergonomica o cuscini sagomati per sostenere la zona lombare.
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Preferire sedie e poltrone non troppo basse e con braccioli per appoggiare gli avambracci, scaricando la tensione dai muscoli di spalle e collo e fare meno fatica ad alzarsi.
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Evitare di restare seduti troppo a lungo, camminando un po’ ogni tanto e facendo esercizi per distendere i muscoli di spalle e schiena. Durante il movimento
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Praticare regolarmente attività fisica, ma senza eccedere con la durata l’intensità degli allenamenti e prevedendo sempre una fase di riscaldamento all’inizio ed esercizi di stretching alla fine.
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Preferire sport che non impongono stress eccessivi ai muscoli dorsali e che non comportano rischi significativi di movimenti bruschi della schiena, cadute o traumi.
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Non praticare attività fisica in condizioni ambientali sfavorevoli (freddo, umidità ecc.).
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In inverno, preferire attività indoor, privilegiando il nuoto, la cyclette e la ginnastica dolce, a terra o in acqua.
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Evitare di sollevare e trasportare pesi significativi (oltre 5-6 kg) e di torcere il busto troppo rapidamente.
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Per raccogliere oggetti da terra, non chinarsi, ma piegare le gambe oppure chiedere aiuto.
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Quando si trasportano pesi, bilanciare il carico su entrambe le braccia; se si usa uno zaino, posizionarlo correttamente su entrambe le spalle.A letto
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Scegliere un materasso anatomico di buona qualità e dotarsi di cuscini sagomati per sostenere la zona cervicale e lo spazio tra le gambe (se si dorme su un fianco).
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Per alzarsi dal letto, appoggiarsi prima su un fianco, per non caricare troppo i muscoli della dorsali e addominali.
Una raccomandazione aggiuntiva riguarda la dieta, che deve essere sana, bilanciata e commisurata al fabbisogno calorico individuale per permettere di tenere sotto controllo il peso corporeo ed evitare di “metter su pancia”.
Il sovrappeso, infatti, soprattutto se concentrato a livello addominale, è il primo nemico della schiena perché la sovraccarica e aumenta la pressione sulla regione lombare e sul bacino. Oltre a promuovere episodi di lombalgia acuta, questo sovraccarico favorisce lo sviluppo e il peggioramento dell’artrosi dell’anca, della testa del femore e del ginocchio. Facendo più attenzione a tavola, la salute ne guadagnerà su molti fronti, compresi quelli della bellezza e benessere.